Mondiali Zurigo 2024, con Giro, Tour e iride Tadej Pogačar raggiunge nella leggenda Stephen Roche ed Eddy Merckx: “Sapevo che ce l’avrebbe fatta, ma non così”
Non che gli anni precedenti fossero da buttare, ma il 2024 di Tadej Pogačar rimarrà qualcosa di leggendario, nella storia del ciclismo. Lo sloveno, vincendo la gara in linea del Mondiale di Zurigo 2024, ha completato una tripletta di successi, con Giro d’Italia e Tour de France, che negli anni era riuscita solo a Eddy Merckx, nel 1974, ed a Stephen Roche, nel 1987. E nel “bottino” annuale dello sloveno vanno inserite anche la Strade Bianche, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Gp Montréal, oltre alla classifica generale della Volta a Catalunya. Insomma, qualcosa di mai visto, peraltro ancora migliorabile, dato che, con la sua nuova maglia iridata, Pogačar affronterà Giro dell’Emilia 2024, Tre Valli Varesine 2024 e Il Lombardia 2024.
A parlare del successo di Pogačar è proprio Eddy Merckx, che lo sloveno ha eguagliato: “Quello che ha fatto è stato incredibile – le parole del belga raccolte da Le Parisien – Devi essere un po’ matto per provare una cosa del genere. Quando ha attaccato, a 100 chilometri dall’arrivo, ho iniziato a temere per lui. Ero sicuro che avesse attaccato troppo presto, di solito è impossibile vincere con una mossa del genere, ma lui ce l’ha fatta. È il corridore più forte della sua generazione, non credo ci siano più dubbi. Alla mia età, ci vuole parecchio per sorprendermi. Beh, Tadej ci è riuscito. Sapevo che avrebbe potuto vincere questo Mondiale, ma mai avrei pensato che lo avrebbe fatto così”.
Merckx fece la tripletta nel 1974, imitato 13 anni dopo dall’irlandese Stephen Roche: “Adesso mi sento stretto, come in un panino, fra Merckx e Pogačar. Direi non male… – ha scherzato Roche in un’intervista concessa a Nos – Erano 37 anni che non ci riusciva più nessuno e tanti dicevano che non sarebbe stato più possibile farlo, ma io penso che i primati esistano per essere battuti. Sono contento di essere qui per poter passare le ‘chiavi di casa’ a Pogačar. Peraltro, lui ha fatto una corsa incredibile, una cosa sovrumana. In questi anni avrebbero potuto farcela, magari Chris Froome e Geraint Thomas, ma molto dipende anche dal percorso che viene disegnato per il Mondiale. Quest’anno c’era una tipologia di tracciato che non si vede spesso, perché favorisce un certo tipo di corridori. Questo era proprio l’anno perché Tadej riuscisse nell’impresa”. In quel magico, per lui, 1987, peraltro, Roche vinse anche il Giro di Romandia, fu secondo alla Liegi e quarto alla Freccia Vallone.
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